Il Parco Regionale dei Monti Simbruini è una magnifica area protetta degli Appennini, scarsamente antropizzata, con montagne vere come quelle alle spalle di Cervara, Subiaco e Filettino. Con le cime maggiori come il Viglio (la vetta più alta del Parco con i suoi 2156 metri), il Livata, il Cotento, il Tarino, che sfiorano o superano i 2000 metri.
Montagne ricche di paesaggi integri, di fauna e flora. I boschi, per la vetustà degli alberi e le associazioni vegetali presenti, sono di grande fascino ed elevato valore naturalistico.
Una bella citazione si addice per introdurre i Simbruini, le montagne di Roma: “Gli alberi sono poesie che la terra scrive sul cielo”.
(Kahlil Gibran)
Tante le diverse specie di fauna selvatica presenti come il cervo, il cinghiale e il capriolo che costituiscono una importante fonte di alimentazione per i lupi presenti nel territorio. Inoltre si segnala l’orso bruno marsicano ed altri mammiferi tra cui il gatto selvatico, la martora, la faina, l’istrice. Come anche numerose specie di uccelli tra cui l’aquila reale, il picchio dorsobianco, il gracchio corallino, la coturnice.
Ma è l’acqua uno degli elementi caratteristici di questo territorio. Il nome stesso dei monti deriva dal latino sub imbribus, ovvero “sotto le piogge” con più di 2000 mm annui contro gli 800 di Roma. Le copiose pioggie e le nevi, insieme all’ambiente carsico con inghiottitoi, doline e profonde grotte, hanno creato le condizioni per un insieme di sorgenti pedemontane. Sorgenti che forniscono ancora oggi ottima acqua potabile. Il tutto arricchito dal patrimonio idrico delle sorgenti del fiume Aniene e del torrente Simbrivio.
Nel territorio piccoli e affascinanti centri abitati ricchi di testimonianze storico-artistiche a volte millenarie. Cervara di Roma, Camerata nuova, Subiaco, Jenne, Vallepietra, Trevi nel Lazio e Filettino con tante tracce di epoche remote, in un excursus storico che abbraccia millenni.
Dalle mura saracene di Filettino, del IV-V secolo a.C., ai ruderi dell’antico abitato di Camerata, distrutto da un incendio nel 1859. E ancora, il centro storico di Jenne con i resti del castello dove nacque papa Alessandro IV e Trevi nel Lazio con l’imponente Castello Caetani e l’Arco preromano. Dogana tra gli antichi territori degli Equi ed Ernici.
Tra le maggiori attrattive che offrono i Simbruini, le montagne di Roma, c’è il Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra méta di sentit pellegrinaggi. Ed il centro di Subiaco, dove ogni angolo parla di storia: il Convento di San Francesco edificato nel 1327, il vicino ponte medievale del 1356, l’arco trionfale e la Cattedale di Sant’Andrea. Assieme a tutto il caratteristico rione che si snoda intorno alla Rocca dei Borgia che diede i natali a Cesare e Lucrezia Borgia.
A pochi km poi, inerpicandosi per la Valle Santa, si incontrano i ruderi della Villa di Nerone costruita a ridosso di tre sbarramenti artificiali del fiume Aniene. Di seguito i Monasteri di Santa Scolastica e di San Benedetto, che da soli valgono una visita per le ricchezze artistiche che racchiudono. E per l’atmosfera di autentica spiritualità che si respira.
Infine Cervara un vero e proprio un museo all’aperto, con le sue numerose sculture incise e i versi poetici scritti sulla roccia. Versi da leggersi nel percorrere (rigorosamente a piedi!) il dedalo di vicoli e scalinate che caratterizzano il piccolo centro.
Un vero paradiso dell’escursionismo dunque, a stretto contatto con natura, storia, cultura.
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