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Cimitero del Verano: l’ultimo palcoscenico

Una passeggiata lenta e meditativa è il modo migliore per conoscere il Cimitero del Verano di Roma. Sorto lungo la via Tiburtina, in un’area da sempre vocata alla sepoltura, come cimitero moderno fu istituito sotto il regno napoleonico del 1805-1814. Tale istituzione avvenne in ossequio all’Editto di Saint Cloud del 1804 che obbligava a seppellire i defunti fuori le mura urbane.

Il Cimitero del Verano è un vero e proprio museo di arte funeraria a cielo aperto

Una passeggiata lenta e meditativa è il modo migliore per conoscere il Cimitero del Verano di Roma. Sorto lungo la via Tiburtina, in un’area da sempre vocata alla sepoltura, come cimitero moderno fu istituito sotto il regno napoleonico del 1805-1814. Tale istituzione avvenne in ossequio all’Editto di Saint Cloud del 1804 che obbligava a seppellire i defunti fuori le mura urbane.

Il progetto di Giuseppe Valadier del Cimitero del Verano vide la luce tra il 1807 e il 1812. Nel 1814, dopo l’abdicazione di Napoleone, tornò al potere l’amministrazione pontificia che mantenne questa regolamentazione cimiteriale. Nuovi lavori e successive espansioni continuarono a susseguirsi sotto la direzione di Virginio Vespignani anche oltre l’avvento di Roma capitale.

Il cosiddetto “Pincetto”, zona molto caratteristica del Cimitero del Verano, prese il posto dell’espropriata Villa Mancini. Fin qui la storia, ma la presenza nella città e nel cuore dei romani (residenti o d’adozione) hanno reso questo luogo unico e originale. Il bombardamento di San Lorenzo del 1943 con diverse vittime e danneggiamenti ha fortificato il rapporto con la città.

La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti

Questa frase di Ugo Foscolo (tra l’altro pronunciata proprio in riferimento all’Editto di Saint Cloud) ben si può applicare anche al Cimitero del Verano. Così come anche la bellissima poesia “’A livella” di Totò”, sulla morte che appiana le differenze di ceto sociale.

La monumentalità di quest’ultima dimora è data anche dalle differenze: qui l’arte sacra si esprime a 360 gradi rappresentando tutte le sue declinazioni. Tombe lavoratissime accanto a raffinati marmi essenziali; statue, busti, angeli vicino a piccoli lumini perenni e crocefissi stilizzati appena delineati.

L’impressione, rovesciando un proverbio popolare, è che per il morto che giace il vivo non si dia proprio pace. E allora la sepoltura diventa una sorta di ultimo palcoscenico dove animare la memoria dei propri cari. E in tema di palcoscenico abbiamo scelto diverse tombe di attori romani, di nascita o d’adozione, come soggetto fotografico per illustrare questo articolo.

Nel Cimitero del Verano gli artisti vivono più vite; muoiono una volta sola, ma sopravvivono nella memoria

Incontrando le tombe di queste celebrità, non possiamo non ricordare le loro interpretazioni, i loro successi più amati, specialmente nella commedia all’italiana. Partiamo da Vittorio Gassman con il celebre epitaffio: “Non fu mai impallato!”, cioè mai oscurato alla ripresa della telecamera.

In una cappelletta un po’ abbandonata, Paolo Stoppa e Rina Morelli. Coppia artistica e nella vita che nelle trasferte di lavoro nessuno vide mai dormire insieme. E ancora, Marcello Mastroianni, uno degli attori più belli del cinema italiano oramai “d’epoca”.

Albertone Sordi ha nella sua cappella una foto tratta da “Il vigile”, tra le sue migliori interpretazioni. E poi, la bravissima e ammiratissima Monica Vitti. Un’imponente costruzione ci ricorda anche fisicamente Aldo Fabrizi, essenza stessa del romano genuino.

E poi il maestro Vittorio De Sica e ancora il ciociaro Nino Manfredi che stabilì con i suoi personaggi un legame indissolubile con Roma. Questi nomi solo per citare alcuni protagonisti. Ma il cinema, come la vita, è poi ricco di comparse che silenziosamente fanno la storia.

Pochi giorni dopo la prima pubblicazione di questo articolo, un’altra artista è tristemente arrivata a questo silenzioso palcoscenico. Parliamo di Sandra Milo, musa felliniana, che ha attraversato sorridendo diversi decenni di successo del cinema italiano. Riposi in pace anche lei.

Il Cimitero del Verano è un ineguagliabile patrimonio di memoria condivisa.

Con il Blog di Roma e del Lazio, Around Rome vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

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A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini | foto Ezio Bocci

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