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I grandi ponti di Roma: il Tevere ed epoche lontane

I grandi ponti di Roma sono un capitolo fondamentale dell’imponente patrimonio culturale, storico e urbanistico della Città Eterna. Queste monumentali opere di ingegneria assistono da sempre al fluire della storia unendo quartieri ed epoche diverse.

Un simbolo dell’ingegno e della storia tra grandi eventi e quotidianità

Tra i più simbolici di Roma, Ponte Milvio (206 a.C. – maps) è un monumento intriso di romanticismo e storia. Nel 312 d.C., l’imperatore Costantino sconfisse Massenzio in una battaglia decisiva, segnando il suo trionfo e la fine delle persecuzioni cristiane.

E’ stato celebre per il Lucchetto dell’Amore” appuntato dalle coppie che si giurano amore eterno (oggi rimossi per ragioni di sicurezza).

A unire Roma e il Vaticano Ponte Sant’Angelo, (già Pons Aelius 134 d.C. – maps), parte integrante del mausoleo di Augusto che divenne poi il ponte tra Roma e Vaticano. Attraversarlo significa immergersi nella magnificenza dell’arte e della fede.

Scendendo verso il centro della città troviamo Ponte Sisto (maps), costruito da Baccio Pontelli (1473) con materiale del Colosseo, luogo d’incontro dei grandi del Rinascimento.

Dall’Isola Tiberina l’incanto dei ponti in uso più antichi della città

La magica Isola Tiberina è un luogo unico con due affascinanti ponti che la collegano a entrambe le sponde del Tevere. Sono il Ponte Cestio (46 a.C. – maps) costruito sotto Giulio Cesare e il Ponte Fabricio (62 a.C. – maps) detto Ponte Quattro Capi. Leggenda vuole che i quattro architetti coinvolti nella costruzione litigarono tra loro e Papa Sisto V (1521-1590) li fece decapitare tutti.

Subito dopo il Pons Emilio (179 a.C. ricostruito nel 189 d.C. – maps) più noto ai Romani come Ponte Rotto che collegava il Ghetto ebraico a Trastevere. Il nomignolo deriva dal crollo per i danni delle numerose inondazioni, per i quali oggi i resti del ponte sono il simbolo di una città che si rialza sempre.

Non meno celebre è il Ponte Sublicio (1917 – maps), costruito dall’architetto Marcello Piacentini, che collega Trastevere a Testaccio e Aventino, rioni caratteristici della città. Nome e luogo ricordano l’antico ponte di legno omonimo intriso di mito e leggenda.

La sua fama era legata alla leggenda di Orazio Coclite che difese Roma sul ponte contro i nemici sacrificando se stesso.

C’è anche un altro ponte storico sull’altro fiume della Capitale

Il Tevere ha un affluente molto importante nel fiume Aniene che confluisce nelle sue acque provenendo da Ovest. Nel punto in cui incontra la via Nomentana si trova il Ponte Nomentano (187 d.C. – maps) già porta d’accesso alla pittoresca campagna romana. Commissionato dall’imperatore Marco Aurelio, il ponte è stato testimone di molte vicende storiche anche come importante punto di passaggio verso il Nord. Cambiò spesso di proprietà tra le famiglie nobili di Roma e nel ‘500 funse anche da dogana di città.

La simbologia del ponte, con le necessarie grandi maestrie e competenze nel costruirlo, sono traslate dall’Antica Roma nella religione cristiana. Il “Pontifex Maximus”, supremo incarico religioso dei tempi, è diventato nei secoli l’appellativo del Papa come “Pontefice”.

In questo articolo non abbiamo trattato dei ponti più moderni, dall’’800 a oggi, costruiti soprattutto dopo l’Unità d’Italia. Saranno oggetto di un prossimo articolo anche per il quale vi invitiamo sempre a seguire il nostro blog.

Con il Blog di Roma e del Lazio, Around Rome vi guida alla scoperta dei territori per il piacere di soddisfare curiosità e mettere la cultura al servizio di persone e imprese.

A cura de il NETWORK | testo Andrea Franchini | foto Ezio Bocci

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